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Creatività del terapeuta: come ho integrato la terapia sistemico relazionale e l’arte terapia

PHOTO 2020 06 16 07 08 11Sin da quando sono entrata nella Scuola Romana di psicoterapia familiare ho cominciato a svolgere un lavoro di connessione e integrazione tra i due approcci epistemologici che amo di più e che mi permettono di vivere con piacere il lavoro che svolgo: l’arte terapia e la psicoterapia sistemico relazionale.

Due strade riabilitative che ho percorso approfonditamente fino ad arrivare, oggi, ad una integrazione che ha portato risultati molto positivi in terapia.

Entrambi gli approcci presentano la meravigliosa caratteristica della trasversalità, favorendo un intervento duttile. Richiedono, però, al terapeuta una caratteristica imprescindibile: la flessibilità. Ho lavorato molto con me e su di me per poter arrivare al mio attuale stile di intervento e amo spiegare questo mio processo utilizzando le parole di Carmine Saccu: “Vedi – disse Ha Tok – com’è importante rallentare il tempo. In Amazzonia due fiumi si incontrano differenti per colore e temperatura, camminano insieme per 15 miglia, ciascuno mantenendo il suo colore, per poi mescolarsi. Questo era il tempo necessario perché tu integrassi in maniera coerente due vissuti esperienziali scissi perché diversi sono i fiumi epistemologici”.

I miti sono attuali e si ripetono nel tempo

260px Brogi Carlo 1850 1925 n. 8226 Certosa di Pavia Medaglione sullo zoccolo della facciataLa mitologia narra che Castore e Polluce erano due gemelli nati dalla stessa madre, ma da padri diversi; uno dei quali era immortale e l’altro mortale. Polluce era dunque immortale, mentre Castore, nato da un mortale era anch’esso mortale. Fu infatti ucciso in combattimento.

Polluce, dice il mito, rimasto solo visse quella perdita con un dolore così grande e insopportabile da chiedere a Zeus di poter lui stesso diventar mortale e poter così ricongiungersi all’amato fratello che dimorava ormai nell’Ade.

Zeus, dio di tutti gli dei, sapeva che la richiesta di Polluce non poteva essere esaudita perché non si poteva rendere mortale ciò che era immortale, ma sensibile della sofferenza, trasformò i due gemelli Castore e Polluce in due stelle perché potessero stare insieme vicini in eterno.

Considerazioni sul "mondo fuori lo studio". Lo psicoterapeuta Sistemico Relazionale in epoca post moderna.

image001Convegno SIPPR Milano 24-25 Maggio 2018

La terapia sistemico relazionale è nata dalla ricerca di risposte per pazienti che vivevano contesti culturali, familiari e politici molto diversi da quelli in cui le osservazioni e i conseguenti interventi dei primi psicoanalisti avevano mosso i loro passi. Nasceva dal bisogno di adeguare le risposte terapeutiche alle caratteristiche psicosociali dei pazienti che in quei contesti e non in altri avevano sviluppato il disagio o la patologia. Oggi, dopo alcuni decenni, il rischio anche per noi diventa quello di sedersi sulle proprie consolidate certezze, su prassi ed interpretazioni nate in momenti e contesti che si stanno scollando progressivamente da quelle in cui i nostri nuovi pazienti vivono.

Dopo il periodo pionieristico in cui forte era l'impatto di questo nuovo e ampliato modo di leggere i significati dei sintomi viviamo una fase in cui il focus é stato piú sul consolidamento talvolta frammentario di sottomodelli e di tecniche specifiche che sul trasmettere la propria forte epistemologia, data spesso troppo per implicita ed in assenza ancora di un apparato teorico forte sul modo generale in cui si sviluppa la patologia, sebbene i contributi di Smith Benjamin e Luigi Canrcrini muovano un grosso passo in avanti. Il terapeuta sistemico-relazionale così viene spesso ridotto ad un terapeuta familiare, perdendo di vista la ricchezza di un modello che è qualcosa di più e di diverso dal setting o dalla convocazione, a maggior ragione in un'epoca in cui non è più un tabù per molti terapeuti di diverso indirizzo vedere le famiglie. Diventa perciò cruciale ricordare che il setting familiare nel modello sistemico nasce da un bisogno di efficacia del trattamento terapeutico che per primi abbiamo colto ma che nel frattempo è diventato patrimonio comune di molti indirizzi. La differenza sta però nel modo con cui si legge quanto avviene in seduta. In tal senso è utile ricordare che già Bowlby alla Tavistock Clinic aveva iniziato a vedere le  famiglie, ma le intuizioni sistemiche erano troppo distanti dalla sua chiave di lettura ed il risultato era certo qualcosa di assai diverso da ciò che la terapia familiare in chiave sistemica è e produce.

Lettera aperta a Franco Basaglia - XL Anniversario della Legge 180

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Caro Franco Basaglia,

Eri e sarai sempre un mito e come tutti i miti l'incontro della storia ufficiale e degli aneddoti che fanno parte del “non detto”, aiutano a umanizzare la persona.

La tua parte profondamente umana è ciò che più mi avvince e mi avvicina a te perché è stata il motore di tutte le tue scelte di vita e professionali.

Comincerei quindi da questo aspetto che è all'interno di una visione dell'uomo e del mondo che il filosofo Arne Naess avrebbe detto di una “ecologia profonda”, tesa al benessere delle persone e con un occhio attento al futuro perché le scelte non ricadano negativamente sulle generazioni future.

La mia conoscenza di te è indiretta perché mai abbiamo parlato o scambiato opinioni.

L'incontro è stato promosso dall'entusiasmo degli specializzandi di Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Roma che mordevano il freno dinanzi ad una formazione che veniva prevalentemente indirizzata ad una lettura psicodinamica dei sintomi.

La Terza Cibernetica tra la semplicità inquietante di Trump e la complessità inquieta del terapeuta

 

104 2Basate sulla scienza, Basate sull’evidenza, Vulnerabilità, Diritto, Diversità, Feto, Transessuale: Donald Trump, il Presidente degli Stati Uniti, ha proibito al Center for disease control and prevention, la massima autorità sanitaria del Paese che governa, l’uso di queste sette frasi e parole. Una vera e propria blacklist sottoposta agli uomini di scienza statunitensi. Ogni considerazione basata sull’evidenza di questa proscrizione linguistica si propone come sospesa tra la tragedia, che a qualcuno potrebbe derivare dal ricordo dei tragici tempi andati del Ministero della Cultura Popolare di mussoliniana memoria, e la comica, che indurrebbe a seppellire la vicenda sotto il peso beffardo di una grassa risata. Ma dal momento che il provvedimento di Trump mira a limitare il dibattito intorno a temi scientifici delicati e innovativi, in particolare riferiti a bioetica e diritti civili, è necessario riflettere su chi e cosa la vicenda esprime.

Sotto il cielo di Aquisgrana

IMG 20171012 103400 9491BISPICCOLOFinito la specialistica mi trasferisco in Germania senza sapere che il tirocinio post-laurea, quello che ti permette di accedere all’esame di stato, all’estero non si puo’ fare… o almeno, l’ Universita’ non ha accolto la mia richiesta. La soluzione che si prospettava era l’inevitabile ritorno in Italia con tutto quello che di negativo costava per me.

Le speranze sembravano finite, quando, per puro caso trovai un volantino; la mia salvezza. In quelle poche righe scritte sul foglio intravedevo una beata speranza di riuscire a risolvere la mia “situazione formativa” e cosi’ mi decido, contatto con una email la psicoterapeuta chiedendole di poterci incontrare.

Quando incontrai quell’angelo biondo, di nome Tiziana, era una giornata senza sole, come al solito nella Nordrhein-Westfalen, a cui ancora io, campana doc, non ero abituata, e per dirla tutta, questa abitudine non e’ mai arrivata. Mi parlava di triangoli, di Bowen, Minuchin, differenziazioni, invischiamento e a me sembrava di sognare.

Mi racconta di una scuola dove lei stessa si e’ formata che poteva accogliermi come tirocinante. E fu cosi’ che conobbi Via Reno, la Scuola Romana di Psicoterapia Familiare, il Prof. Carmine Saccu con la sua cagnolina Lola e un imbuto.

SALVADOR MINUCHIN UN MAESTRO E UN AMICO Prof Carmine Saccu

IMG 4651Caro Sal... Te ne sei andato in silenzio, triste per la perdita di Pat ma anche contento di riunirti a lei, dopo una vita vissuta insieme... Era l’aprile del 1974 quando ti conobbi a Philadelphia con Maurizio Andolfi.  Con il tuo libro “Famiglie e Terapie della famiglia” appena pubblicato, tornai a Roma per rivederti il 24 maggio, presso il Centro di Terapia Relazionale da Cancrini. Un’ emozione che ha lasciato un segno nella mia vita. Mai avrei pensato di diventare oltre tuo allievo anche tuo amico. Ci ritrovammo a scorrazzare per Roma di notte cantando al “Cabanon” il folklore argentino di Atahualpa Yupanqui e a visitare i Nuraghi e i resti punico- romani in Sardegna. E tu, sorpreso di poter fare il bagno a novembre...Due mesi passati con te a Roma assetati del tuo sapere e poi ancora convegni e congressi, in tutte le parti del mondo. San Pietro ti ha dato una vita lunga perché potessi stare ancora più con noi e noi abbiamo bevuto alla tua fonte fino alla fine. Sei stato un padre e un nonno accogliente e di un umanità straordinaria. Faccio fatica a scegliere, tra le miriadi di immagini, quelle che voglio richiamare in queste parole scritte, tra i tanti momenti condivisi lungo la nostra vita, con Pat, Marianne, Manuel e poi Lola. La visita ai giardini di Monet vicino Parigi o a Bracciano al castello degli Odescalchi, o perdendoci tutti quanti insieme per le vie, in lunghe passeggiate davanti ai tuoi occhi curiosi.

Ricordando Minuchin

IMG 4961Caro, carissimo Sal

Grazie dei tuoi insegnamenti, grazie dei tanti tanghi cantati insieme, delle tante risate condivise.
Grazie delle opportunità nelle lunghe chiacchierate. Della sempre emozionante condivisione della nostra argentinità da ebrei viandanti...
Grazie della tua ironia, dei tuoi occhi che tornavano bambini in quel che facevi diventare sempre un occasione di curiosità.
La lista sarebbe interminabile e perciò, qui mi fermo.
In poche parole, quel che credo che ti sto dicendo, Sal, è, profondamente Grazie, della tua amicizia Grazie di te.
Quel che dico e non, rimane raccolto nel mio cuore, oggi dolente, dentro il quale tu abiti e abiterai per sempre

 Marianne

 

 

Un saluto a Minuchin

IMG 4782Quando se ne vanno, ci lasciano spesso un dono. Se poi durante la vita hanno avuto una funzione per la tua crescita personale e professionale questo dono diventa una opportunità per poter considerare quanto la relazione instaurata abbia forgiato i pensieri ed i modi di intendere la vita stessa. Per tutto il tempo che loro sono in vita l’impressione è di una relazione impegnativa, talvolta illuminante, talvolta saturante e talvolta annoiante. Una impressione destinata a lasciare il posto a quanto si è sedimentato e trasformato in noi.Una opportunità quindi per ri-vedersi, ri-ascoltarsi e scoprire quanto di quella relazione vive in noi .

IL DIDATTA ONTICO

3Era il 13 gennaio 1995, il primo giorno di training. Quella mattina ci attendeva sulla porta Gianni Fioravanti avvolto nel fumo di una sigaretta che quasi cancellava i tratti di un viso pronto a riemergere con le sembianze di imponenti sopracciglia. 
Ho pensato a Lucky Luke, il cowboy dei fumetti capace di sparare più veloce della propria ombra, al suo folto ciuffo, alla sua sigaretta sempre tra le labbra, al suo grande cappello. 
La tenuta da cowboy era qui sostituita dalla sua divisa ufficiale: pantalone, camicia, in estate polo, e giacchetta, affidati a colori e a toni rigorosamente asciutti e austeri, come il blu, il verde, il beige, il bianco.