Caro Sal... Te ne sei andato in silenzio, triste per la perdita di Pat ma anche contento di riunirti a lei, dopo una vita vissuta insieme... Era l’aprile del 1974 quando ti conobbi a Philadelphia con Maurizio Andolfi. Con il tuo libro “Famiglie e Terapie della famiglia” appena pubblicato, tornai a Roma per rivederti il 24 maggio, presso il Centro di Terapia Relazionale da Cancrini. Un’ emozione che ha lasciato un segno nella mia vita. Mai avrei pensato di diventare oltre tuo allievo anche tuo amico. Ci ritrovammo a scorrazzare per Roma di notte cantando al “Cabanon” il folklore argentino di Atahualpa Yupanqui e a visitare i Nuraghi e i resti punico- romani in Sardegna. E tu, sorpreso di poter fare il bagno a novembre...Due mesi passati con te a Roma assetati del tuo sapere e poi ancora convegni e congressi, in tutte le parti del mondo. San Pietro ti ha dato una vita lunga perché potessi stare ancora più con noi e noi abbiamo bevuto alla tua fonte fino alla fine. Sei stato un padre e un nonno accogliente e di un umanità straordinaria. Faccio fatica a scegliere, tra le miriadi di immagini, quelle che voglio richiamare in queste parole scritte, tra i tanti momenti condivisi lungo la nostra vita, con Pat, Marianne, Manuel e poi Lola. La visita ai giardini di Monet vicino Parigi o a Bracciano al castello degli Odescalchi, o perdendoci tutti quanti insieme per le vie, in lunghe passeggiate davanti ai tuoi occhi curiosi. Racconterò del tuo cruccio di non essere ancora nonno. Era un desiderio così forte che nell’ 84 lasciasti lo studio per incontrarti con me e Stefano allora tredicenne in viaggio x il Messico. Sorpreso e affascinato dalla sua passione per le Timberland, ti fermasti, comprasti e gli regalasti un paio di quelle scarpe di cui in seguito parlò per molto tempo. Ma tutto ciò non era sufficiente per colmare i tuoi desideri...A New York, Manuel aveva appena 7 mesi, lasciasti ancora tutto per incontrare noi tre, in hotel. “Quando incontri un bambino piccolo, non lo devi guardare negli occhi subito, altrimenti si nasconde dietro il volto della madre; lascia che lui prenda il suo tempo per avere confidenza con la tua immagine”. In seguito lo hai lasciato gattonare nel tuo studio mentre improvvisavamo un pranzo cinese, accarezzandolo e solleticandolo, come, a partire da lì, hai fatto, ad ogni incontro...Nell‘anno 1995 rimanesti con noi nella Scuola Romana di Psicoterapia Familiare e fu anche l’occasione per visitare e viaggiare per l’Italia con tuo fratello venuto, su tuo invito, da Israele. La sera al ristorante, il “Ciak” di Trastevere, davanti ad una saporita Fiorentina avvenne il rituale. Manuel ti nominò ufficialmente Suo nonno e Anahi, figlia di Cecilia, nominò nonno tuo fratello.... Manu ha ancora nella sua camera, attaccato alla parete, il contratto firmato da te nel quale dichiaravi di essere diventato ufficialmente suo nonno...Ormai eri nonno e non potevi più tornare indietro... E fu così che poi diventasti nonno per davvero e lasciasti New York per Boston per stare vicino a lei, la tua amata nipotina. Passarono molti anni ancora e Manu improvvisato mago ti faceva i trucchi di magia davanti al tuo sguardo divertito e meravigliato. Lui suonava la chitarra, Marianne cantava e tu e Pat insieme vi lasciavate cullare. Il detto, l’ utile delle tue esperienze negli incontri ufficiali, facevano sempre di te il nostro maestro. Il non detto, il dilettevole, è raccolto in queste poche righe che si stingono con le lacrime che accompagnano i miei ricordi. Ti abbiamo amato tutti. Didatti, ex allievi e allievi ora e ti ameremo per sempre.
Ciao Sal.
Carmine, Marianne, Manuel, Lola.
Monica Valeria i Didatti gli ex allievi e gli allievi tutti