Intervista a Carmine Saccu pubblicata su La Contra de la Vanguardia il 10/04/2015
Versione in spagnolo - Español
Giocare a palla
Gode di un eccellente senso dell’umorismo ed uno sguardo compassionevole. Ha 40 anni di esperienza dedicati alla terapia familiare ed è riconosciuto come un grande esperto dei problemi adolescenziali.
Durante le sue terapie le famiglie giocano a palla, alla guerra, cantano… Mentre l’acuto sguardo di C. Saccu, tra una battuta e l’altra, va segnalando dove vi è dolore.
Ora, ormai ritirato dalla sua cattedra all’università degli studi La Sapienza di Roma, si dedica interamente a formare nuovi psicoterapeuti familiari nelle scuole che ha creato in diverse città italiane.
È venuto sotto invito del Centro Horta de Terapia Familiar di Barcellona per tenere un seminario sul maltrattamento infantile.
Qual è il problema più comune nelle famiglie?
La famiglia ha un processo di crescita da quando si forma la coppia fino a quando i figli non se ne vanno, ma spesso il processo si arresta, si rallenta.
Lo spieghi tramite un esempio.
Se una madre si deprime ogni qualvolta un figlio se ne va, al figlio gli sorge il sentimento di colpa.
Una lealtà invisibile.
Si.Altri scappano, e per timore di non riuscire più ad uscirne, non tornano. Di fatto uno passa da adolescente a giovane adulto quando può allontanarsi ed avvicinarsi dalla sua famiglia senza timore, quella è la libertà.
È necessario passare per la ribellione?
Si. Ciò che accade è che i genitori si spaventano, vogliono che il bimbo o la bimba sia quel che era. Ma se l’adolescente non riesce a ribellarsi, lo farà da adulto con la propria coppia.
Quale deve essere la posizione dei genitori?
Evitare che trionfi la tattica di Cesare, “Divide et impera” (dividi e comanda). Quando i genitori si uniscono in un unico fronte, il ragazzo può comprendere che non è onnipotente.
È l’età dell’ego sboccato/sfacciato/sfrontato?
Si. Pensano che i genitori siano dei vecchi e la loro visione del mondo non serva più; ciò gli aiuta ad espandersi ma al contempo gli spaventa. È l’epoca del “Prendimi che sennò mi perdo.”, necessitano contenzione.
La famiglia è cambiata molto da quando lei ha iniziato 40 anni fa.
Dalla famiglia patriarcale dove i nonni, figli e nipoti convivevano; siamo passati alla famiglia nucleare (papà, mamma, figlio) ed ora stiamo nel modello americano.
Com’è quel modello?
Genitori divorziati che si risposano, figli, figliastri, fratellastri. Ma per la stabilità dei bimbi l’importante non è la separazione, ma come essa avviene. Chiedere ad un figlio che prenda posizione è fargli un danno.
Ci sono anche tanti madri da sole che crescono figli.
Lì vediamo un mito che si ripete, probabilmente sua madre e sua nonna, anche se per ragioni diverse, son finite a crescere da soli i propri figli, e ciò va elaborato.
Avranno più problemi quei figli?
No. Ci sono famiglie apparentemente stupende ove i genitori hanno un conflitto interiorizzata che non si esprime e ciò, il figlio, lo accuserà per tutta la vita.Il problema è sempre la possibilità di comunicare.
Mi racconti.
Se i genitori non comunicano tra loro, i figli, che percepiscono tutto senza però saperlo tradurre in parole, si sentono insicuri, temono di perdere l’amore di uno dei suoi genitori e finiscono col prendere ruoli sbagliati nella famiglia.
A cosa si riferisce?
Che non possono essere loro stessi se devono stare a pensare a ciò che succede in casa, e ciò si ripercuote su tutti gli ambiti della sua vita, specialmente nella relazione con gli altri bambini a suola.
La famiglia composta da: padre, madre e figlio; non è troppo piccola?
Stiamo vivendo ciò che già vivono in Cina, che il figlio diventa l’imperatore della casa. Lui sta avanti, seguono i genitori ed i nonni ancora dietro. L’adulto perde il potere reale e lo prende il piccolo. Mi permetta di scherzare un attimo per raccontarle qualcosa di molto serio.
Vada avanti.
Nella simbologia cristiana il triangolo equilatero rappresenta Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Non ci possono essere conflitti poiché vi è equidistanza. Non c’è spazio per gelosie od alleanze. Ma Adamo ed Eva, disobbedendo, crearono un triangolo isoscele , dove due stanno vicini ed uno lontano.
Hanno lasciato Dio lontano, lì fuori.
Si. E non gli piacque. Così creò l’undicesimo comandamento che Mosè dimentico nel Sinai “La coppia non piace a nessuno; nemmeno a Dio.” Perché crede che Dio ci abbia inviato Edipo? Da quando nasce uno ha nel suo inconscio l’idea di scacciare il rivale: madre o padre.
E come si esercita quel disgusto?
Tutto il tempo ed in mille maniere. Il piccolo si alza perché ha paura dei fantasmi, e come finisce la cosa?… O la madre va a dormire con il bambino ed il padre resta da solo, o il bimbo si mette al letto tra i genitori.
Tipico.
La coppia non piace a nessuno poiché si vogliono bene, fanno i loro piani, allontanano in un certo modo gli altri, cosicché i suoi dintorni, come i nonni, tenteranno separarli, ovvero: che esercitino solo in quanto coppia genitoriale.
Come si può proteggere la coppia?
Essendo coppia e facendo cosi da coppia: Scappando da soli a Venezia o a Parigi, uscendo come minimo una volta a settimana… ma senza parlare dei figli, perché ci sono coppie alle quali manca solo la foto del figlio accanto alla bottiglia di vino.
Già.
In Italia molte donne continuano a chiamare “mio bambino” al figlio di 30 anni, il marito ha un ruolo periferico. Bisogna sempre mantenere la posizione della coppia viva per il bene di tutti, ma oggi la tendenza è di essere padri e madri al cento per cento, e così smettono di essere uomini e donne.