“ (...) l’umanità che sprigiona dalla descrizione delle esperienze riportate nel libro, è ciò che lascia traccia perché arriva al lettore con emozioni che durano nel tempo e per alcuni mobilizzano nuove traiettorie su come operare sul sociale, nella professione più difficile del mondo perché interviene non a parole ma nella vita reale di tutti i giorni, e per lo stesso motivo, per la ricchezza che ne deriva, è, mi viene da dire, anche il più bello.”
Prof, Carmine Saccu
Abbiamo pensato e voluto questo libro all’interno di un lungo, affettuoso e curioso rapporto di amicizia e di professione, lo abbiamo costruito restando legate al nostro pensiero “testardo” che non recede dal ritenere che il processo evolutivo è una possibilità meravigliosa e attiene a più variabili di quanto siamo soliti credere.
Il testo propone una riflessione sul ruolo e sulla metodologia di lavoro dell’assistente sociale. Il riferimento teorico è il modello sistemico relazionale, simbolico esperenziale, modello utile a trasferire l’assistente sociale da una logica assistenziale o di sostegno ad una logica trasformativa, tesa ad aprire i contesti al cambiamento, a cogliere e usare “l’insolito” come stimolo di discontinuità nella trama delle relazioni.
La professionalità, seguendo una logica complessa, richiede una lettura ampia e articolata dei comportamenti che emergono dal disagio sociale e nel loro contesto. Potemmo dire che il disagio sociale può essere letto come una sorta di “patologia” sociale, dove il sistema manifesta, attraverso comportamenti disfunzionali sul piano di realtà, la sua difficoltà/incapacità a funzionare e ad evolvere. Spesso le problematiche portate ai servizi rappresentano l’espressione di una sofferenza che si manifesta attraverso un registro di linguaggio ancorato al piano concreto.
Il libro propone dei passi utili a costruire un’ipotesi di intervento attraverso una lettura relazionale del disagio sociale, anche attraverso l’esemplificazione di casi.
Libro, in definitiva, dedicato e voluto per l’assistente sociale, ma può essere stimolo di riflessione per tutti gli operatori della relazione d’aiuto.
Il prof. Carmine Saccu definisce nella prefazione al volume l’assistente sociale “figura ecumenica”:
“ ( ...) Ecumenica in quanto rappresenta spesso la risposta “magica” di fronte a problematiche enormi e complesse, caricata di aspettative sia da parte dell’utenza che dell’istituzione, che da altri professionisti, i quali, di fronte alle grandi difficoltà, possono solo prospettare e delegare risposte che nella loro semplicità e concretezza nascondono intenti onnipotenti.
L’assistente sociale quale figura professionale, che per “missione” o “vocazione” deve rispondere alle aspettative di tutti, va formata e sostenuta sia sul piano cognitivo che emotivo a trovare una sua identità professionale più definita e confini più chiari, per non essere riassorbita e tirata da tutte le parti ”.